La catena di montaggio delle Chevy Bolt autonome non è un miraggio
General Motors vuole a mostrare a pubblico ed esperti che le auto che si guidano da sole non sono più prototipi futuristici
Finora il gruppo General Motors per sviluppare i suoi dispositivi per la guida autonoma aveva una flotta di una cinquantina di mezzi. Aveva. Ora sono quasi centottanta e il gruppo americano ha intenzione di sfiorare presto i trecento. Da gennaio all’Orion Assembly Plant la catena di montaggio delle Chevy Bolt ha sfornato centotrenta vetture elettriche con cui testare (per ora con la presenza di tecnici a bordo) i sistemi a San Francisco, in Arizona e a Detroit. Lo ha annunciato la numero uno del gruppo Mary Barra oggi in una giornata per dipendenti e media.
GM non ha lesinato sui mezzi per il suo progetto: LiDAR, telecamere, oltre quaranta sensori. C’erano anche sulle prime cinquanta, ma la progettazione attuale permette alle nuove Bolt di “vedere” più lontano e più vicino delle precedenti, ed anche in condizioni meteo meno favorevoli. Pure le prime cinquanta vetture-test saranno aggiornate alle ultime specifiche.
Sono i primi frutti evidenti dell’apporto della sussidiaria Cruise Automation, ma anche degli investimenti costanti nella ricerca sulla guida autonoma, che ormai ammonta stabilmente a cifre dell’ordine dei $600 milioni l’anno. In parallelo procedono i test con la società di ride sharing Lyft, anche questi da seguire con attenzione perché non va dimenticato che GM fin dall’inizio ha detto chiaro di voler impiegare le auto a guida autonoma per i servizi di mobilità, piuttosto che puntare subito a venderle ai privati.
In General Motors sono anche particolarmente orgogliosi del fatto che a sfornare la flotta di vetture autonome sia proprio la catena di montaggio delle Chevy Bolt e delle Opel Ampera-e. Perché sul mercato le auto americano del Michigan cominciano ad ingranare nelle vendite, malgrado siano state finora disponibili senza problemi di inventario solo in alcuni stati. Anzi, le cose sembrano aver talmente compiaciuto i vertici di Detroit che la presenza nazionale (ovvero quella in tutti e cinquanta gli stati) è stata anticipata di un mese da settembre ad agosto. Magari anche per dare fastidio nei giorni del lancio della diretta concorrente Tesla Model 3…